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LE POESIE

LENTAMENTE MUORE

(Pablo Neruda)

 

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco e puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti allo
errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

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ORME SULLA SABBIA

(Anonimo Brasiliano)
 

Questa notte ho fatto un sogno, 

 ho sognato che ho camminato sulla sabbia

 accompagnato dal Signore

 e   sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.  

  Ho  guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita,

 proiettato nel film apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore.

 Così  sono andato avanti, finché, tutti i miei giorni si esaurirono.

 Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma.

Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita:

 i  giorni di maggiore angustia, di maggiore paura e di maggiore dolore.

 Ho  domandato allora:

 Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con Te, 

 ma perché, mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?

 Ed il Signore mi ha risposto:

 Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata

 e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo,

Ebbene non ti ho lasciato. 

 I giorni in cui tu hai visto solo un’orma sulla sabbia, era perché proprio allora, ti stavo portando sulle mie braccia”.

I RISCHI 

(da  "Vivere, Amare, Capirsi" di Leo Buscaglia - Mondadori)

A ridere c'è il rischio di apparire sciocchi; 
A piangere c'è il rischio di essere chiamati sentimentali; 
A stabilire un contatto con un altro c'è il rischio di farsi coinvolgere; 
A mostrare i propri sentimenti c'è il rischio di mostrare il vostro vero io; 
A esporre le vostre idee e i vostri sogni c'è il rischio d'essere chiamati ingenui; 
Ad amare c'è il rischio di non essere corrisposti; 
A vivere c'è il rischio di morire; 
A sperare c'è il rischio della disperazione e 
A tentare c'è il rischio del fallimento. 
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla. 
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l'angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava. 
Ha rinunciato alla libertà. 
Solo la persona che rischia è veramente libera.

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CONSIDERO VALORE

(Erri De Luca)

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

Da “Opere sull’acqua e altre poesie”  edizioni Einaudi 2002

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